venerdì, giugno 23, 2006

Quel fiume che divide la nuova Internet


Si chiama Progetto 02. Capannoni grandi quanto due campi da football. Basati a The Dalles, sulle rive del Columbia, il fiume che separa lo Stato di Washington dall’Oregon. E' lì che Google si appresta a ridisegnare il futuro della Rete. Ad immaginarla sembrerebbe la stanza di uno scienziato pazzo a cui è stata applicata l’einsteniana Emc2. Decine di migliaia di processori e dischi sparsi tra cavi per l’iperbanda per modellare, bit dopo bit, la costellazione della Tripla W.

Doveva rimanere un mistero ma qualcosa nei servizi segreti di Mountain View è andato storto. La notizia sul nuovo mostro elettronico ha viaggiato rapidissima negli specchi delle fibre ottiche fino ad arrivare alle tipografie del New York Times. Così, che nella futura guerra cibernetica i ragazzi cattivi di Google stanno forgiando il proprio Mazinga, adesso lo sanno tutti.

Non è stato difficile, a dir la verità, intuire che qualcosa di grosso stava bollendo in pentola. Dato che nella zona dove sorgerà a fine anno il nuovo centro il mercato dell’edilizia è esploso registrando in pochi mesi un balzo del 40%. E dato ancora che sono già stati contattati centinaia di cittadini per un nuovo posto di lavoro, nella comunità di The Dalles, 12mila abitanti in tutto.

La leggenda narra che sono state le chiacchiere da cortile delle mogli dei futuri impiegati a far trapelare il segreto. Che ha scatenato la caccia alle news dei concorrenti. E si è scoperto quindi che anche Microsoft e Yahoo! stanno infatti lavorando a due grandi data center dalle stesse parti. Esattamente a meno di 200 chilometri di distanza dal sito di Google, ma dall’altra sponda dal fiume, nello Stato di Washington, rispettivamente a Wenatchee e Quincy.

Sui costi di realizzazione dei maga impianti su cui i più grandi content provider del web irradieranno la banda della prossima generazione le casalinghe, tra una partita di bridge e una tazza di tè, non si sono ancora pronunciate. Ma noi, che viviamo a 10mila chilometri di distanza le osserviamo silenziosi. Nell’attesa che il satellite di Msn, le mappe di Google e lo zoom di Yahoo ci regalino qualche altra chicca sul mistero del fiume Columbia e sul perché sia stato scelto come confine naturale di una lotta che volge allo spazio.

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