Vorrei cogliere l'occasione che nasce dall'avere un blog e dall'avere una passione per la letteratura e per le tecnologie in senso ampio, la Rete. Per questo motivo mi piacerebbe lanciare qui un'iniziativa: scrivere un racconto a più mani..un blogger racconto..Un racconto che sommi la creatività di più persone ma non per questo che sia confuso..Un racconto fatto di post, quindi.
Un post-racconto. E qui, il doppio senso ci sta tutto. Perché sarebbe composto da una serie di messaggi inseriti dai blogger (post) e perché guarderebbe al futuro come esperimento e genere letterario (post).
Fatta questa premessa, partiamo con l'avventura..
La trama che propongo è quella di tre vecchiette trafitte dall'afa in un paesino immaginario di 500 anime..il sindaco, dopo aver ottenuto il secondo mandato, è in vacanza ad Ibiza e non sembra granché preoccupato dell'emergenza, anche se la Radio locale annuncia che la temperatura ha sfondato i 45 gradi..A questo punto, le vecchiette, decidono di prendere il bastone in mano e di combinare qualcosa di rivoluzionario.....
Tra neorealismo italiano e salsa grottesca credo che potremmo dare più di un senso a questa storia.. avanti!!
sabato, luglio 15, 2006
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1 commento:
Inizio Racconto:
Glabre, canute. Stanche. Gialli occhi che faticavano a seguire il secco percorso dei loro sali che, perle sulla fronte, si spegnevano dopo un metro, dabbasso, sull’asfalto rovente. Un bastone e una sedia, materiale stinto di inizio secolo, come le loro vite, sparse adesso in altri Paesi, mentre a loro, protagoniste in dissolvenza, restava la triste parata dell’hic et nunc.
Quella mattina, la radio di San Crispino dava le temperature: 45 gradi. Non aveva mai fatto così tanto caldo là, in quell’involucro tra le colline di Lanzarote e la pianura del Saliceto.
Donna Maria parlò, a voce bassa, le labbra digrignate dal tempo e i suoi 15 denti, compagni di banco di quell’ultima parata: “Marco e Priamo prego per voi”. Si rivolgeva, bizzosa, ai suoi due nipotini che da tempo non andavano più a farle visita e che quell’estate non avevano rinunciato a nemmeno una serata nelle discoteche del Pressano per fare un salto in quel paesaccio dove erano pasciuti, a carezzare le gote vizze della nonna.
Dirimpetto, con quattro occhietti vispi, echeggiava Renata, la battezzante di Priamo: “Fin qui su..fin qui là”. Una folata di afa trasportava quel suono fino a Donna Carla, smarrendolo. Questa, taciturna, non aveva l’aria di pensare ad alcunché, beava in una frottola che qualche figlio, anni fa, le aveva raccontato. Gli scienziati erano vicini all’elisir della vita, una pozione che rigenerasse i tessuti e mandasse in pensione comara Morte.
Nulla sembrava spaventare le astanti di via Guitti, in quel paesello di 500 anime, mentre il sindaco festeggiava ad Ibiza il nuovo mandato.
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