Come sarà l'uomo del futuro? Più socievole o eremitico? Più creativo o razionale? Sono i dubbi del XXI secolo, quello dell'eplosione dei bit, di Internet e della Babilonia digitale in cui viviamo tutti insieme, umani e post-umani, gente a cavallo e piloti di jet.
Per quanto opinabili, sono arrivate alcune risposte da un'indagine su base europea condotta da Benchmark Research e commissionata da Amd. Dopo aver sfogliato i tabulati possono esultare i fautori dell'emotion technology, quelli che vedono la tecnologia come uno strumento che rafforza la condivisione di esperienze e non solo come mera accelerazione nello scambio di informazioni.
Pare, dati della ricerca sotto mano, che l'uomo del futuro, il neoumano, sarà più intelligente. Navigare su Internet, attraverso gli ipertesti, eleverebbe le connessioni cerebrali con la conseguenza di un utilizzo più elastico, efficace, del cervello. L'ipertesto, tradotto nel mondo consumistico, condurrà l'individuo a scelte più varie e consapevoli, da quella degli abiti da indossare alla musica da ascoltare e, più in generale, dello stile di vita.
La ricerca è chiara anche sulla questione della socievolezza. Via l'immagine di un individuo barricato in una singola di dieci metri quadrati con un pc, un collegamento a Internet e una scatola di pillole da astronauta per alimentarsi. L'individuo del futuro sarà il più socievole che la storia abbia mai conosciuto. Proprio perché nella nuova Babilonia gli orizzonti saranno più ampi, maggiori le possibilità di contatto. In sostanza, sarebbe già pronta la release 2.0 del villaggio globale.
Ma allora, neoumano come tanti, mi chiedo: perché degli scienziati a Singapore stanno contemporanemanete sperimentando una tecnologia per creare abbracci virtuali, cercando un modo per trasmettere via web il senso tattile di una carezza, con la creazione di giacche ad hoc e pigiami elettronici per bambini?
Forse, da quelle parti non hanno letto la ricerca.
mercoledì, novembre 30, 2005
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento