venerdì, dicembre 09, 2005

Giapponesi come il dio Giano


Microsoft lo sa. Il suo tallone d'Achille è il mercato giapponese. Nella preziosa industria dei videogame (un giro d'affari annuo stimato in 25 miliardi di dollari) la Xbox 360 è chiamata a superare la difficile prova a mandorla per il suo ultimo esame, il debutto, fissato per il 10 dicembre, nell'isola asiatica.

In terra nipponica la Xbox è un ospite, peraltro non troppo gradito dai padroni di casa. I numeri lo dimostrano. La Playstation 2 ha l'80% del mercato, Gamecube il 15%. A Microsoft resta un magro osso da spolpare.

Un divario così netto non è dovuto soltanto al ritardo con cui la società di Redmond ha fatto il suo ingresso nel comparto del joystick (due anni dopo la Ps2 e sei mesi dopo Gamecube) ma, soprattutto, a un fattore antropologico. I giapponesi sono noti al mondo per essere un popolo bifronte. Da un lato ispirati a un forte senso nazionale, dall'altro attratti dalla moda e i fasti dell'Occidente. Se quindi per comprare un abito o un paio di pantoloni sono disposti a sfidare il proprio patriottismo, quando si parla di videogame la storia cambia. Non è necessario chiedere un permesso speciale all'Imperatore perché le console fatte in casa, essendo diventate dei must anche a Ponente, esaudiscono a pieno il doppio desiderio del popolo del Sol Levante.

Per quale motivo, allora, rinunciare ai valori nazionali scegliendo un prodotto made in Usa quando giocare alla Playstation (dai 15 ai 60 anni) o al Gamecube (dai 6 ai 14 anni) significa sentirsi a casa e, allo stesso tempo, provare il brivido inconscio di unirsi al mito dell'Occidente?

Più che lavorare su specifiche tecniche (la Xbox 360 giapponese differisce rispetto a quella americana), e su maxi spot (nei giorni scorsi per le strade di Sapporo, Nagoya, Osaka e Fukuoka è apparsa una Xbox 360 gigantesca con mega schermo che mostra i trailer dei giochi in uscita) Microsoft dovrà quindi prima di tutto risolvere questo dilemma, irrompere nel meccanismo che unisce tradizione e futuro, Samurai e Dolce & Gabbana.

Che sia una sfida delicata lo sanno bene anche i marketing manager della fabbrica di Redmond che, forti dell'esperienza maturata con il lancio della prima Xbox, in questo week end non si aspettano certo il tutto esaurito (come invece è accaduto negli Stati Uniti e in Europa) e affrontano la transvolata sul Pacifico con un po' di piombo nelle scarpe.

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